Il rumore?
“Non è qualcosa che deve essere valutato dopo, a cose fatte, ma deve essere qualcosa che integra la progettazione degli ambienti. Non a caso si parla sempre più spesso di progettazione integrata“. E’ con questa semplice – ma efficace – affermazione che Antonino Di Bella, professore aggregato di Acustica Tecnica presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Padova, nonché coordinatore del gruppo di lavoro UNI “Rumore degli impianti negli edifici”, spiega l’importanza di sviluppare adeguati strumenti che definiscano oggettivi criteri di verifica e di misurazione della rumorosità.
Veramente quello dell’acustica in edilizia è un campo insieme semplice e complesso. Ma soprattutto in continua evoluzione. “Macchine e apparati producono rumore. Questo rumore lo si vuole controllare“, ricorda Di Bella. Si tratta tuttavia di un’esigenza che in alcuni contesti particolari assume caratteri piuttosto stringenti: “Esistono grandi strutture edilizie, per esempio ospedali o scuole, dove la problematica della riduzione e del controllo del rumore, e più in generale della qualità acustica dell’ambiente è semplicemente fondamentale“.
Quando si parla in particolare del rumore generato dagli impianti è facile rendersi conto di quanto la materia possa essere cambiata col tempo e dunque quanto sia necessario aggiornare le norme tecniche di riferimento.
Il gruppo di lavoro UNI coordinato dal professor Di Bella, che si è riunito a Milano il 4 febbraio scorso, sta proprio lavorando in questo senso: “ad oggi“, spiega Di Bella, “stiamo revisionando la norma UNI 8199. La norma, che nella sua versione originale del 1998 trattava degli impianti di climatizzazione e di ventilazione, ora verrà estesa più in generale a tutti gli impianti tecnologici al servizio dell’edificio“.
Il perché di questa evoluzione è presto detta: “Dal 1998 ad oggi la quantità e la tipologia degli impianti all’interno degli edifici è notevolmente aumentata, così come la loro complessità“.
La futura nuova edizione della UNI 8199 è dunque in cantiere e, una volta completata, potrà essere uno strumento utile per effettuare controlli e per dare un indirizzo al progettista: “la norma che stiamo elaborando è destinata ovviamente ai professionisti, ai tecnici di acustica che devono operare i collaudi“, chiarisce Di Bella, “ma anche ai committenti, non solo privati ma anche pubblici, che possono così avere un validissimo strumento da poter inserire come riferimento contrattuale per poter richiedere in maniera semplice e incontestabile una verifica prestazionale alla fine delle opere. In pratica per verificare la corrispondenza degli obiettivi di progetto con quanto è stato effettivamente fornito e realizzato“.
L’intervista a Antonino Di Bella è disponibile sul canale UNI di YouTube.